la perversione del dittatore.
technique: installation, video mapping
dimentions: site-specific
created by Davide Coluzzi DAZ with OVERLab project
la perversione del dittatore.
technique: installation, video mapping
dimentions: site-specific
created by Davide Coluzzi DAZ with OVERLab project
Opera selezionata al PREMIO.CELESTE 2011 nella sezione Live Media. New York. USA
Davide Coluzzi DAZ analizza il limite tra realtà e immaginazione, nell’esasperazione dei giorni nostri, dell’individualismo e del potere mediatico. Il sogno, inteso anche come desiderio, è la forza che ognuno di noi ha e che attraverso le azioni si esplicita. Lo spettatore ha la possibilità di gestire gli umori della massa attraverso un semplice gesto decisionale, evidenziando così la pericolosa facilità con cui realmente si influisce sul nostro agire quotidiano, arrivando ad intaccare persino la sfera emotiva.
Testo critico di Melania Rossi
Può scegliere le regole, tutte. Detiene il controllo dell’azione, ha i fini e i mezzi per realizzare ogni sua idea. Dichiara di fare il bene del proprio popolo. Solo se completamente folle, lo pensa anche. Dove stia, qui, la pericolosità del potere e della sua dittatoriale conservazione, è facile da capire e credere.
Ontologicamente è soprattutto una questione di coordinazione, in cui tutti i valori devono essere assorbiti in quelli di un solo individuo, piuttosto che deliberati dalla pluralità. Non c’è niente di più umano di ciò che accade dopo; raggiunto il grado più alto del privilegio, le aberrazioni dei risultati possibili sono tristemente note.
Etimologicamente, poi, Pervèrsus è parente di malvagio, deviato.
Se per un attimo ci lasciamo prendere, dunque, dalla perversione del dittatore, con grande probabilità ci spaventeremmo di noi stessi. Dopo esserci divertiti con un pizzico di ragionevole sadismo, s’intende. Si potrebbe affermare che la natura dell’uomo sia fondamentalmente malvagia, per dirla con Voltaire. Anche se poi, la sua teoria del dispotismo illuminato non funzionerà mai. E il dibattito con Rousseau, che partiva dallo stesso assunto ma confidando nella democrazia, si risolse nel Liberté Egalité Fraternité, sulle bandiere rivoluzionarie.
Prima di tutte le elaborate teorie psico-politiche sulle smanie di onnipotenza, dovrebbe venire l’analisi, o l’autoanalisi del gruppo disorganizzato ed eterogeneo che si riconosce nella società.
Cioè noi, quelli veri.
Non solo perché le monomanie del singolo sono molto meno interessanti delle dinamiche sociali allargate, ma anche perché chi comanda esiste in relazione a chi è comandato. In virtù di chi accetta lo stato di subordinazione.
C’è, certamente, una perversione nel dittatore, ma ce n’è una anche in chi si rassegna facilmente alla perdita della libertà.
L’installazione interattiva di Davide Coluzzi DAZ ha questa doppia lettura delle parti invertite. Volti in bianco e nero, proiettati su diciannove palloncini, raccontano i sogni di marionette immobili. Fragili nella loro vulnerabile leggerezza, questi esseri ricordano la sostanza onirica e il tempo dell’infanzia. Rimandano ai ricordi, ai pensieri più intimi e puri. C’è chi vola, chi cade, chi si sposa e poi seppellisce marito e padre, chi fa l’amore e chi scappa. Ognuno ha una propria volontà e propri desideri.
Il colore, rosso, è nell’azione arbitraria, nel cubo di Rubik che trasforma lo scenario emotivo degli inermi astanti. La massa, con l’azione dello spettatore, si sveglia rivelandosi ancora più fragile perché obbedisce repentinamente ad una volontà imposta. Le voci sono, dapprima, indistinte e sorde nel loro racconto, ognuna stretta in un legame di esclusività con chi ne è protagonista. Sogno privato, individuale, inutile. Libero. Fino ad unirsi, poi, in risata o lamento collettivi, ordinati da chi ha il potere del rosso cubo. Reazione unanime, forte e chiara. Ma non libera. Si evidenzia così la pericolosa facilità con cui realmente si può influire sul nostro agire quotidiano, arrivando ad intaccare e controllare persino la sfera emotiva. Il gioco è quello di poter assumere la posizione di dittatore e suddito, di manipolatore e manipolato, con un effetto di sovrapposizioni sonore e visive di grande impatto.
OVERLab project:
video editing: Davide Di Camillo
editing interaction: MaurizioProchilo
“The perversion of the Dictator”
interactive video installation.
David Coluzzi DAZ examines the line between reality and imagination, in ‘exasperation of the day, individualism and media power. The dream also as a desire, is the force that each of us and that through the action unfolds. The viewer has the ability to manage the mood of the mass through a simple gesture of decision, thus highlighting the dangerous ease with which really affect our daily actions, even coming to affect the emotional sphere.
created by DAZ David Coluzzi
video editing: Davide Di Camillo
editing interaction: MaurizioProchilo
interaction with video projection on rubber balloons filled with air.
the work is made of 21 people with dreams, dreams are narrated by each identity, light, delicate, spontaneous, true. represents the work of those dreams where every overlapping identities expresses the deep. This is chaos. this is a natural order. Then the audience that represents the power with a gesture can change the mood of dreamy identity. the dictator has to decide the happiness or sadness of all. regardless of the dreams
EXHIBITIONS:
2012 – Roma – IT – DIGITALIFE 3 – Roma Europa Festival
2012 – Roma – IT -LPM – Live Performance Meeting
2012 – Roma – IT – Fondazione Teatro Valle – link
2011 – New York – USA – The Invisible Dog 51 Bergen Street Brooklyn, New York, 1120
– Celeste Prize 2011. Finalists Exhibition & Awards – International Art Contest – link
2011 – Roma – IT – Palazzo Valentini – Borderline – link
LINKS – PUBLICATIONS :